![]() |
||
![]() |
![]() BOSNIA Regione balcanica confinante con la Croazia, la Serbia e l'Erzegovina. Occupata dai turchi nel 1463, divenne un sangiaccato dell'impero ottomano, subendo un rapido processo di assimilazione all'islamismo. Nel 1718, in seguito alla pace di Passarowitz, gran parte del territorio bosniaco fu annesso all'Austria, sotto il cui dominio rimase fino al 1739, quando con la pace di Belgrado ritornò in possesso dei turchi. Nel corso dell'Ottocento si svilupparono dei fermenti indipendentistici che sfociarono nella rivolta del 1875-1876. Al congresso di Berlino (1878) fu stabilito che la Bosnia, con l'Erzegovina, pur rimanendo formalmente soggetta alla sovranità turca, fosse affidata in amministrazione all'Austria-Ungheria. Nel 1908 la monarchia austroungarica ne proclamò l'annessione, suscitando le proteste tanto della Turchia quanto della Serbia, la quale aspirava a costituire un grande regno panslavo. Nella regione l'annessione innescò un'acuta tensione politica che culminò nell'attentato di Sarajevo (1914). Alla fine della Prima guerra mondiale, la Bosnia-Erzegovina fu assegnata al regno Serbo-croato-sloveno. Annessa al regno fantoccio di Croazia durante la Seconda guerra mondiale, dal 1945 fu una repubblica federata della Repubblica iugoslava, aggredita dai serbi nel 1990 alla dissoluzione della federazione e teatro dal 1992, dopo la proclamazione della repubblica indipendente di Bosnia-Erzegovina, di una feroce guerra civile. Soltanto nel 1995, dopo l'intervento delle forze dell'Onu, si è giunti agli accordi di Dayton, sottoscritti a Parigi da Bosnia-Erzegovina, Croazia e Repubblica federale di Iugoslavia, che hanno portato alla fine del conflitto e alla spartizione del paese tra una Federazione croato-bosniaca che occupa il 51% del territorio e una Repubblica serba di Bosnia. Alla presidenza della repubblica è stato eletto nel 1996 il musulmano Alija Itzetbegovic. |
![]() |